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Una "recensione in versi" di Myra Landau
http://www.myra-parole.blogspot.com

spunta
una improvvisa
allegria gioia
inaspettata
arrivata
da un libro

faccio fatica
a lasciare le righe
del l'ultimo libro
di Corrado Farina

amico mio

sorrido
poi rido
riso un po'
amaro
ogni tanto
perché
troppo vero
le cose dette
nel suo libro

non vorrei finirlo
ma devo inseguire
le avventure
di questi
due scrittori
tu, Corrado,
in compagnia
di quel
altro
che ti sei
così ben'inventato

la tua fine
elegante
intelligente
ironia
mi fa venire
- confesso -
una gran invidia!


Dal sito di Carmilla:

Corrado Farina, nei primi anni Settanta, diresse due film di grande originalità: Hanno cambiato faccia e Baba Yaga. In seguito ha lasciato la regia e si è dedicato alla narrativa. Questo è il suo ultimo romanzo. Abbiamo uno scrittore di mezza età, Corradino Piersanti, scrupoloso, serio, impegnato, coerente. Uno di quelli che ancora credono che scrivere sia un piacere coniugato alla serietà di chi lo propone, che scrivere possa sbloccare la relazione unilaterale tra lettore e scrittore, qualcosa che sappia di confronto franco, cordiale e paritario. Uno scrittore che con disincanto riconosce le spietate regole del mercato editoriale, uno scrittore che sa che per smerciare roba seria e impegnata come Questione di pelle ci vorrebbe un altro standard di vendite.

Questione di pelle è un romanzo-inchiesta sulla tratta di giovani donne che dai loro paesi vengono sbattute su container e trascinate in una rapida china di violenza e dolore, in balia del più classico e terrificante mercato, il più antico del mondo, dicono, quello della prostituzione. L'arroganza aberrante di chi ti sbatte in faccia i 50-100 euro e ti chiede il servizio. Uno che non ha ritenuto opportuno lavarsi, che pretende solo di godere nella maniera più violenta e umiliante possibile, uno che ti grida o ti sussurra le cose più atroci scaricando dentro al tuo corpo la frustrazione di un'esistenza giudicata ingrata, schifosa, piena di angherie da parte di superiori, colleghi, familiari, ma adesso io ti pago, puttana, e fai quello che voglio io a modo mio.

Così, oltre alla rapida escursione nel campo dello scrittore d'assalto, lodevole ma poco conciliante con bollette e tasse varie da pagare, Piersanti scrive polizieschi, horror, merce vendibile, che non dà il successo da autografo o sobbalzi da parte di cittadini che, con un "Ehi, ma lei non è...", sanciscono la promozione a scrittore superiore, ma che tutto sommato gli permette di vivere di quello che scrive, in tutta onestà.

Convive con una donna praticamente coetanea, giusto quello scarto fisiologico di qualche anno, impegnata e coerente anch'essa, che al minimo sgarro ideologico del partner lo riporta sulla strada del martirio dottrinale che, come abbiamo già verificato, sfocia inevitabilmente verso l'anonimato e le scadenze fiscali non più rigorosamente rispettate.

E così succede. Succede quasi per gioco. Un magazine dalla tiratura di mezzo milione di copie, che nel periodo estivo propone romanzi a puntate, è interessato alla pubblicazione (remunerata!) della prima puntata di un romanzo inedito, tutto ancora da scrivere, comunque. Corradino Piersanti inizia così la sua travolgente avventura, un poco orwelliana, un poco fantapolitica, in poche parole assolutamente probabile, che stravolgerà la sua intera esistenza. Sin dalla prima puntata apparsa sul magazine la tensione, l'attenzione del pubblico sono palpabili. La sua casella di posta improvvisamente collassa sotto la marea di e-mail di ogni genere, col conseguente strascico di media che impalmano il povero Corradino novello censore della pubblica morale o, a seconda della corrente politica, il povero Corradino coraggioso divulgatore dell'omofobia regnante.

Come già il titolo del romanzo lascia ampiamente intuire, si tratta di un capovolgimento di ruoli. Come quando nel Settecento a carnevale i signori diventavano schiavi e i servi padroni, da un'iniziale accettazione dell'assoluta parità tra etero e omosessuali si passerà all'assoluta supremazia dell'omosessualità sull'eterosessualità. Nel romanzo a puntate si racconta la storia lineare, che gioca molto con gli scenari anni Cinquanta, in cui tra i pochissimi etero rimasti, sboccia un amore basato sulla "resistenza". Gli etero, in questo romanzo, non esistono praticamente più; visti come portatori di indicibili aberrazioni contronatura, se beccati dalle apposite squadre omo e lesbo verranno rinchiusi in campi di rieducazione dove, senza la minima violenza fisica, la persuasione al cambiamento è tale che il contatto fisico con l'altro sesso risulterebbe assolutamente ripugnante.

Per quanto riguarda la rieducazione femminile, ad esempio, vengono continuamente trasmessi filmati di violenze sessuali individuali e di gruppo, reportage e inchieste sulle soverchierie maschili durante i secoli trascorsi, sullo stato di schiavitù e sottomissione a cui era sottoposto il genere femminile. Come contraltare ecco apparire volti gentili di donne di ogni età, musica classica di sottofondo, gentilezza, solidarietà e creatività. Profumi indiani, comode poltrone con cuscini, sorrisi e carezze di un personale predisposto e ben disposto a far cambiare loro idea non solo sulla natura intellettuale femminile, notevolmente superiore, ma anche su una migliore e invidiabile sessualità lesbica. Peccato che, dal lato pratico, la polizia lesbo e tutta la società in generale abbiano inglobato la mascolinizzazione della donna, e non la femminilizzazione dei comportamenti maschilisti. Comunque le puntate, cinque se ben ricordo, ottengono un risultato incredibile. Le copie vendute del magazine raddoppiano, appaiono i primi sit-in sotto la casa di Corradino, da un lato i naziskin che vedono nello scrittore il loro difensore contro i finocchi, i culattoni che hanno invaso la cultura italiana, la politica ecc., e dall'altra gruppi legati ai movimenti gay, rifondazione e cani sciolti che vedono nello stesso uomo l'opposto: l'intrepido accusatore di una società discriminatoria. In realtà entrambi i gruppi sono "di pressione". Entrambi cercano di far cambiare la linea della prossima puntata del romanzo con una netta presa di posizione da una parte o dall'altra.

Siamo giunti all'ultima puntata e il nostro scrittore è allo stremo. La sua donna lo ha lasciato, accusandolo di ipocrisia e opportunismo. Non può più nemmeno uscire di casa a fare la spesa, vive di avanzi di scatolame e ammucchia piatti sporchi nel lavandino. Non si rade né si fa un bagno da settimane, non sa come tirarsi fuori da questo immenso intoppo che di fatto, però, gli sta concedendo un periodo di assoluta notorietà a livello persino internazionale.

E' talmente godibile questo romanzo nel romanzo che, vi assicuro, vi sentirete dei privilegiati a poter leggere le puntate ininterrottamente, senza aspettare ancora una settimana per vedere come prosegue la storia... Ovviamente non anticiperò nulla, l'unica considerazione è che questo grandissimo scrittore di grandissima esperienza ha prodotto qualcosa di assolutamente innovativo e culturalmente godibilissimo nel panorama della narrativa italiana.

Daniela Bandini
http://www.carmillaonline.com/archives/2008/08/002754.html


Da Blue:
Corrado Farina ha un doppio animo: quello del cinéphile e quello dello scrittore di romanzi "di genere". Sin dal titolo di questo suo ultimo libro si capisce sempre di più che Farina-scrittore non può fare a meno del Farina-regista e cuce insieme una storia a "montaggio alternato", dove due piani narrativi si rincorrono e si avviluppano per delinearne un terzo sotto il registro della metafora e del grottesco. Della trama non vogliamo anticipare nulla, per lasciarvi il piacere della scoperta, segnalandovi solo che non si tratta di giallo, di fanta-politica, di sophisticated comedy, né di suspence, di satira politica, e neppure di cronaca socialmente orientata, ma è tutto questo amalgamato insieme da una scrittura incalzante, ironica, a tratti grottesca, insomma sopra le righe e per certi versi anche autoreferenziale. Per dirla alla maniera dei cinefili, è un po' come se Billy Wilder e Jean-Luc Godard avessero scritto il loro Effetto notte per due attori del calibro di William Holden e Anna Karina. Le soluzioni narrative che Corrado Farina propone - e ce ne sono tante - possono far storcere la bocca ai puristi dei "generi" citati, ma in questo caso fate un'eccezione perché lo "spettacolo" è garantito.

Diego Coniglio
Blue n. 91 - settembre 2008


Oliviero Diliberto (dalla presentazione al Salone della Piccola e Media Editoria, Roma, dicembre 2008)

E' difficile leggere questo libro più piacevolmente di quanto è capitato a me, a mia moglie, a tutti gli amici a cui l'ho suggerito. (...) C'è un miscuglio di tutto: c'è fantascienza, c'è horror, c'è erotica, ci sono delle scene alla Pulp Fiction; c'è fumetto, c'è tanto giallo, tanta azione, ma ci sono anche movenze western, come il topos dell' "ultima pallottola" o quello della miniera abbandonata. C'è anche una grande parte di feuilleton, come la moglie scomparsa di Taylor che poi ricompare con un colpo di scena che sembra Dumas. E ancora: ci sono i mezzi di rieducazione per eterosessuali che funzionano esattamente come quelli di Arancia meccanica... Mille piccole citazioni, più o meno consapevoli, più o meno esplicite, e un miscuglio di generi che rende funambolica la lettura. E' una specie di gioco di specchi in cui non sai mai qual'è l'immagine reale, come in La signora di Shangai di Orson Welles... Ed è molto divertente, soprattutto per chi come me, a lato di mille altre cose, ha coltivato per trent'anni la passione per la letteratura e per il cinema di genere, andarne a rintracciare il maggior numero possibile. Per capire meglio qual'è questo gioco, parliamo di un romanzo notissimo, Il nome della rosa. Anche Il nome della rosa ha una costruzione che consente più letture, diverse e stratigrafiche. Se uno ha una istruzione banale leggerà il giallo e percepirà l'atmosfera medioevale, e niente di più. Se uno è un buon lettore capirà immediatamente che il bibliotecario cieco è una citazione di Jorge Luis Borges, grandissimo inarrivabile scrittore. Se uno ama anche la letteratura di genere capirà che il protagonista Guglielmo da Baskerville è una citazione di Conan Doyle, tant'è vero che nel folgorante inizio dell'incontro con il cavallo Brunello applica il metodo induttivo di Sherlock Holmes. Se uno ha studiato un po' di letteratura medioevale o di filosofia scolastica riesce a percepire una serie di altre citazioni disseminate nel libro; e se uno ha fatto la tesi di laurea sull'Apocalisse di San Giovanni riesce a cogliere quasi tutto, tranne quelle citazioni che coglie soltanto Umberto Eco... Ecco, questa è la tipologia con la quale si possono leggere tutti i libri costruiti in questo modo: da ultimo, e vi prego di leggerlo perché è davvero divertente, anche il libro di Corrado Farina...

(...)

... Nel romanzo c'è un'altra minoranza, che viene spesso citata: quella dei comunisti, che in Italia sono molti di meno degli omosessuali...

(...)

... Queste cose non sono nè di destra nè di sinistra, e andrebbero trattate con un po' di buon senso, come avviene in qualunque posto del mondo tranne l'Italia. In Paesi di destra, penso alla Germania o alla Spagna di Aznar, ben prima di Zapatero, c'erano delle regolamentazioni delle unioni di fatto tra omosessuali assolutamente serene e tranquille. Soltanto qui da noi c'è questa assurda polemica rispetto alla quale, devo dire, anche sul versante sinistro non tutti ci fanno una bella figura...


Valerio Evangelisti (dalla presentazione alla libreria Melbooks, Bologna, gennaio 2009)

... Qua non si tratta nè di offendere nè di difendere, ma di presentare una situazione oggettiva che abbiamo tutti sotto gli occhi. Il libro non è sicuramente un pamphlet contro i gay, nè un'asserzione di una presunta loro superiorità: si tratta di prendere atto delle differenze come può accadere per qualsiasi tipo di minoranza. A volte trasformare questa minoranza in maggioranza come accade nell'Invasione degli ultragay può servire a meglio evidenziare le distorsioni correnti...