Lo scrittore --> Articoli --> Comic Art

SOTT'ACQUA

Già da qualche anno, ormai, l'onda lunga dei "pocket-books" ha raggiunto le spiagge del libro illustrato; sicchè, nelle librerie-bazar di questo nostro tempo ciarlatano ed effimero, può capitare di imbattersi inopinatamente, tra formiche che si incazzano e nobildonne in preda a raptus erotico-mondani, in alcuni "classici" della letteratura figurata dell'otto-novecento.

Ciò permette (si spera) ad un pubblico relativamente vasto, e non ancora rincoglionito dalle formiche e dalle nobildonne, di fare la conoscenza con le immagini e i nomi di artisti come John Tenniel, J.J. Grandville ed Aubrey Berdsley (per non citarne che alcuni). Immagini e nomi che erano rimasti confinati finora in una specie di limbo riservato agli studiosi e ai collezionisti.

Rinviando ad altra occasione un discorso più approfondito su questo piccolo fenomeno editoriale (che in gran parte si identifica con la meritoria Nuova Bur del Gruppo Rizzoli), diciamo adesso che

l'illustratore più gettonato di tutti non è però nessuno di quelli citati. E' invece l'inglese Arthur Rackham (1867-1939): del quale si sono riviste in versione pocket alcune delle opere più felici, come l' Alice, il Canto di Natale, il Peter Pan e l'Ondina.

E' proprio a quest'ultimo titolo che vorrei dedicare il nostro incontro di oggi, e per svariate ragioni. Prima di tutto, è molto meno noto degli altri; poi, se non vado errato, rappresenta il debutto, nel settore dei reprint dei libri illustrati classici in edizione pocket, di una nuova casa editrice, la Editori Associati (che l'ha inserito nella collana TEA). Infine, perchè scrivo queste righe nella canicola di agosto, e Ondina mi sembra, di molti possibili argomenti, il più, come dire, refrigerante.

Refrigerante, sì: perchè la vicenda scritta nel 1811 dal nobile brandeburghese Friedrich de La Motte-Fouqué gronda acqua da tutte le parti. Comincia infatti con una alluvione, così violenta da trasformare in isola una piccola penisola sulle rive di un lago; prosegue fra sorgenti, cascate e ruscelli, dominata dall'acquea presenza non solo della protagonista ma anche del suo minaccioso zio Kuhleborn (diventato nella versione italiana un molto meno minaccioso Frescofonte); svolta in dramma nel corso di una crociera sul Danubio, e precipita verso un finale apocalittico, in cui una colonna d'acqua fuoriesce da una vecchia fontana, liberando tutte le forze occulte del mare, in un trionfo di amore e di morte che anticipa tutti i temi cari al romanticismo prossimo venturo, e su cui è difficile non sentire echeggiare i toni inconfondibili della musica di Wagner.

La storia narra di Ondina, una ninfa acquatica che prende forma umana, si innamora (riamata) del nobile Uldebrando, e vive con lui un rapporto di amore intensissimo, destinato a concludersi tragicamente. Ed è una storia tenerissima, e straordinariamente moderna, che ha tutti gli ingredienti della fiaba (foreste incantate, gnomi, incantesimi e giganti) ma ruota intorno a temi decisamente adulti (l'amore, sia spirituale che sensuale; l'egoismo; la dedizione; la rinuncia a se stessi; la morte). Insomma, se non fosse che questa definizione è diventata fuorviante (e fa pensare più a Biancaneve che sporcella con i sette nani che non a una delicata storia d'amore), Ondina la si potrebbe definire una bellissima "fiaba per adulti".

E veniamo alle illustrazioni. E' quasi superfluo dire che il libriccino della TEA (come ogni libro pocket) ha il grande merito, ma anche il grande limite, di darne più che altro un'idea, sia come numero (poichè ne riproduce solo 12, delle 15 originali) che come qualità di stampa. Ma tant'è: il basso prezzo di vendita giustifica ampiamente questi limiti, mentre il collezionista più esigente (e disposto a spendere) non dovrebbe far fatica a trovare nelle librerie antiquarie specializzate una copia dell'edizione originale (Heinemann, Londra, 1909) o di una pregevole edizione italiana (Corticelli, Milano, 1928).

Vale la pena di cercare le edizioni suddette? A conti fatti, io direi di sì. Poichè Ondina, con il quasi coevo Sogno di una notte di mezza estate, rappresenta proprio lo spartiacque fra il periodo dei grandi capolavori di Rackham e il periodo del suo declino. E molte delle sue illustrazioni hanno un fascino compositivo e una delicatezza di sfumature che ci restituiscono il Rackham migliore: quello, tanto per intenderci, dell'Alice, del Peter Pan e del Rip van Winkle.

In che cosa consiste, il Rackham migliore?

Diamo per scontato, anzitutto, il fascino della cosiddetta "rackhamaneria", e cioè di quel particolarissimo mondo grafico (fatto di folletti, di animali umanizzati e di piante antropomorfe) che spesso portò l'artista inglese ad allontanarsi dai testi originali per elaborarli visivamente in una sua dimensione del tutto autonoma. Essa é già stata analizzata troppe volte per meritare di tornarci su in questa sede; e, per fermarmi al contributo più recente, e di più facile reperibilità, citerò solo il saggio di Emanuela Sommi nel "Container-Arte" di Stampa Alternativa dedicato a Rip van Winkle.

Detto questo, però, non si può non rilevare che anche in Ondina, come in quasi tutti i libri illustrati da lui, si nota una frattura fra il Rackham disegnatore e il Rackham acquarellista: e che il segno grafico del primo, pur godibilissimo, si fa talvolta un po' grifagno e invadente, acquistando una importanza eccessiva a danno dei colori (o dei non-colori) del secondo.

Che significa "non-colori"? Significa che, mentre il suo grande antagonista Edmund Dulac usa tutti i colori disponibili, Rackham utilizza una gamma cromatica limitatissima, per lo più oscillante sui toni del celeste, dell'ocra e del verde-marcio: trovando, all'interno di questa gamma, una incredibile varietà di mezzi toni e di sfumature, in grado di dare movimento e vita alle superfici più vaste ed immote .

Vedete ad esempio, fra le illustrazioni di Ondina, quella della bimba sulla soglia di casa, con il quieto paesaggio lacustre alle spalle, e quella (purtroppo non presente nell'edizione TEA) della ragazza con i capelli e gli abiti scompigliati dal vento: sono due deliziosi quadretti "di genere", per nulla indegni della grande tradizione degli acquarellisti inglesi.

Anche le due immagini di Ondina (prima bimba e poi giovinetta) sul fondo marino testimoniano della straordinaria bravura del Rackham acquarellista, usata questa volta per ricreare l' atmosfera arcana della fiaba. Ma qui il discorso si complica, poichè in esse si può "leggere" anche qualchecosa di più: l'importanza dell'Acqua come Elemento Fluttuante, la sua stretta pertinenza ai codici dell'Art Nouveau e dello Jugendstil, e la capacità da parte di Rackham di assimilare le tendenze più adulte del gusto figurativo dell'epoca.

Ma lo spazio, ahimè, comincia a scarseggiare.

Che fare? Mi sembra che la cosa migliore sia di rinviare la conclusione di questo discorso al prossimo incontro. Nel corso del quale, tanto per restare sott'acqua, parleremo anche di un altro libro che è stato un vero e proprio "cavallo di battaglia" per tutta una generazione di illustratori: il The Water Babies di Charles Kingsley.

(Comic Art, novembre 1992)

Torna a "Comic Art"

webmaster: flavia e alberto farina | © COPYRIGHT 2002-2003 corradofarina