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Passato dal cinema amatoriale a quello professionale, dall'8mm al 35,
Corrado Farina ha scritto e diretto due film a lungometraggio e
viaggiato a lungo nelle varie contrade della cinematografia
specializzata. Non è facile definire la natura di una serie di
opere di corto e medio metraggio che spesso e volentieri tendevano a
utilizzare codici e soluzioni del cinema "di fiction".
Tuttavia, poiché una qualche forma di classificazione va
adottata (e mettendo le mani avanti sull'opinabilità di alcune
collocazioni), diremo che da questa pagina si può accedere,
oltre che ad immagini e testi utili per una conoscenza più
approfondita dei due lungometraggi, a una filmografia generale, alla scheda
su Internet Movie DataBase e a una specie di
"visita guidata" a:
LUNGOMETRAGGI
HANNO CAMBIATO FACCIA (1971)
con Adolfo Celi, Giuliano Disperati, Geraldine Hooper, Laura Modigliani
Primo Premio ex-aequo al Festival Internazionale di Locarno del 1971
Convocato dal Presidente dell'azienda in cui lavora, un modesto
impiegato viene informato che il vero proprietario dell'azienda
è un certo ing. Giovanni Nosferatu, di cui nessuno ha mai
sentito parlare. Convocato nella villa di montagna dell'ing.
Nosferatu, avvolta nelle nebbie e difesa da un gruppo di vetture 500
che si aggirano nel parco senza mai arrestarsi, l'impiegato scopre -
attraverso una serie di episodi sempre più inquietanti - che
l'ingegnere non è altro che l'ultima e più moderna
incarnazione del mitico vampiro, che controlla ogni centro di potere
sparso nel mondo (politico, economico, religioso) succhiando agli
uomini non più il sangue ma le energie, i sentimenti e la
vita. Un tentativo di ribellione dell'impiegatuccio naufraga
miseramente, e anche lui finisce per accettare il posto che gli
è stato assegnato all'interno del "sistema".
BABA YAGA (1973)
con Carroll Baker, Isabelle De Funés, George Eastman (Gigi
Montefiori)
Da una storia a fumetti di Guido Crepax
La fotografa milanese Valentina Rosselli incontra una notte in un
parco cittadino Baba Yaga, una signora molto sofisticata e molto
enigmatica. Intrigata dal fascino inquietante che si sprigiona dalla
donna, Valentina accoglie il suo invito ad andarla a trovare nella
casa in cui abita, una villetta fin-de-siècle piuttosto
malandata e piena di arredi stravaganti e decadenti. Una serie di
incidenti intervengono da quel momento a turbare la vita di
Valentina: la sua macchina fotografica sembra trasformarsi in un'arma
omicida e una bambola che le donna le ha regalato sembra prendere
vita. Avvolta in una spirale di angoscia e sedotta suo malgrado,
Valentina sta per cedere al morboso magnetismo che si sprigiona da
Baba Yaga, ma trova in extremis la forza di ribellarsi e di spezzare
il cerchio magico che la donna stava stringendo attorno a lei.
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